di Andrea Dani
Se leggete la prima domanda dell'intervista a Brett Gurewitz di questa pagina e poi andate direttamente all'ultima, troverete quello che in realtà l'Epitaph-man pensa del disco. Un buon disco, senza dubbio, tanto da ricollegarsi ad uno degli ultimi episodi più eccitanti della storia discografica della band, ma anche un disco che nulla aggiunge e nulla toglie alla storia e ai veri capolavori dei Bad Religion. Un'occasione buona per nuovi fans ed una routine, forse, per quelli di vecchia data.
Analisi a parte, abbiamo salutato con piacere il ritorno "a casa" dei Bad Religion e quello di Brett Gurewitz, anche se solo in veste di musicista da studio e di coordinatore di registrazione e produzione, ed in realtà "The Process of Belief" è un buon disco.
- "The Process of Belief" sembra essere più vicino al mood di "Generator" che non ai seguenti. Quasi come se "Stranger Than Fiction", "Recipe for Hate", "The Grey Race" e così via siano stati soltanto una sorta di parentesi. Sei d'accordo?
"Penso di sì, anzi, sicuramente, almeno dal punto di vista del mood".
- Brett Gurewitz c'è, Brett Gurewitz non c'è. Che cosa cambia?Pensi che i migliori dischi dei Bad Religion siano stati realizzati quando eri nella band?
"Beh, è difficile dirlo in quanto sono io Brett Gurewitz. Se parli delle migliori canzoni forse no, se prendi gli album nella sua interezza probabilmente si, soprattutto dal punto di vista della produzione".
- Brian Baker collabora ancora con voi?
"Sì, decisamente. In realtà io non sono rientrato nella band a tempo pieno, non so se verrò in Italia a suonare e per la tournée non sarò presente a tutte le date. Il mio rientro è stato in studio, ed è li che svolgo la parte più importante del mio lavoro. Ora che l'album è registrato, Brian Baker ritornerà ad occupare il mio posto per la quasi totalità delle date del tour. Farò comparsa in quelle date in cui i fans avranno l'occasione di vedere tutta la band storica dei Bad Religion. Presto la mia presenza ma soprattutto in studio".
- Ovviamente la tua esperienza come produttore e responsabile di una label è utile in sala di registrazione.
"E' proprio qui il mio contributo più grande alla band: in studio, dove posso fornire le mie capacità tecniche e di coordinamento della fasi dela produzione e distribuzione".
- La grande orgia del punk-pop marchiata majors è terminata, siamo in pieno riflusso. Quali gli aspetti positivi e negativi dell'esperienza, che anche i Bad Religion hanno vissuato?
"Tra gli aspetti positivi sicuramente l'occasione di aver potuto ascoltare molta buona musica e tante ottime registrazioni. Tra quelli negativi il fatto che l'originaria passione ed intensità del punk è stata imbrigliata ed un po' sbiadita dalla gestione majors".
- E per i Bad Religion in particolare?
"La major sono davvero brave quando devono vendere grandi superstar e gestire grandi numeri. Per il resto, nonostante le miglior intenzioni, si combina poco. I Bad Religion hanno vissuto la loro esperienza, ma penso che siamo meglio per loro essere ritornati nell'atmosfera familiare della punk-rock family quale è l'Epitaph".
- Perché un nuovo fan dei Bad Religion dovrebbe ascoltare oggi "The Process of Belief" e non, ad esempio, andarsi a ripescare "Against the Grain", "Suffer" o addirittura "How Could Hell be Any Worse?" E perché un fan di vecchia data della band, che è cresciuto ascoltando i capolavori citati, dovrebbe ascoltare "The Process of Belief"?
"Un fan potenziale che non ci conoscesse, potrebbe trovare in "The Process of Belief" il giusto punto di partenza per scoprire i Bad Religion: ci sono i brani melodici, quelli compressi, quelli più "cattivi" ed i tempi moderati. Per un vecchio fan penso che possa essere sempre un'emozione ascoltare i nuovi brani della propria band preferita, per questo penso che debba ascoltare anche l'ultimo disco dei Bad Religion".