di Marco Mathieu
"Cattiva religione" intesa, ovviamente, come punk-rock. Che è ciò che suonano i Bad Religion: musica diretta, immediata, potente e nello stesso tempo melodica e intropettiva. Un infuso sonoro semplice e efficace, centellinato attraverso la storia dedennale (narrata con dovizia di particolari su queste pagine nel maggio dello scorso anno) di un progetto iniziato da ragazzini ribelli e portato avanti, attraverso casini e avversità, da uomini ancora "pregni" di entusiasmo.
Il quintetto californiano annovera tra le sue fila, oltre a Greg Graffin (voce) e Mr. Brett (chitarra), che sono autori della quasi totalità dei pezzi e che qui di seguito raccontano molte cose, anche Peter Finestone (batteria), Jay Bentley (basso) e quel Greg Hetson (chitarra) già conosciuto per la sua militanza nei Circle Jerks. Proprio quest'ultimo varca per primo la soglia del locale di Washington DC dove i Nostri si esibiscono in una piovosissima serata di fine inverno, nel bel mezzo della Guerra fel Golfo. È l'ultima data di un breve tour della costa orientale.
Discusso brevemente delle sorti dei Los Angeles Kings nella lega pro dell'hockey e di un futuro, forse imminente, album dal vivo dei Circle Jerks, Greg si defila, lasciandomi col suo omonimo cantante, che subito dopo lo show farà rientro a New York, dove risiede da anni ormai, mentre il resto della banda ha base in quel di Los Angeles.
C'è poco tempo a disposizione, il concerto incombe, ma greg si dimostra estremamente disponibile. Pronti? Via!
Siamo nel 1991. Cosa rappresenta oggi il punk, a tuo giudizio?
Devo dire innanzitutto che penso che il punk non abbia ricevuto gli apprezzamenti critici che avrebbe meritato, che non sia stato considerato abbastanza quando prese piede.
I media lo etichettarono immediatamente come un movimento "negativo" e ciò fece sì che un sacco di gente, persuasa che vi fosse in esso solo violenza e che mancasse ogni capacità creativa, se ne tenesse lontana. Nella realtà la situazione era ben diversa e oggi, dopo che molti pregiudizi sono caduti, tutti se ne sono potuti render conto. È un peccato che la maggior parte dei gruppi si sia persa per strada o abbia imboccato percorsi diversi. Ma noi ci siamo ancora.
Qualcosa sarà comunque cambiato in voi in tutti questi anni...
Personalmente, non sono più in quella fase "incazzata" degli esordi: ora, dopo averne conosciuto anche i lati più negativi, sono più propenso a cercare e mostrare le diverse angolazioni da cui si può guardare la realtà. Interpretare e capire ciò che succede intorno a te è importante: puoi così contribuire con le tue opinioni a una visione completa ed aperta del mondo. Puoi dare il tuo contributo a far prevalere la forza del pensiero su quella del portafoglio.
Come si inquadrano, in tutto questo, i Bad Religion?
Sono una parte importante e estremamente positiva della mia vita. Sapere che quanto scrivo e canto viene ascoltato e apprezzato da migliaia di persone è molto appagante e nel contempo mi stimola a un sempre maggiore impegno. Entrare in contatto diretto con questa gente - chiunque lo desideri può contattarmi direttamente e discutere con me i miei testi - è una fonte continua di apprendimento. È uno scambio: si dà e si ottiene. Questo sono i Bad Religion per me. Un degno complemento al lavoro che svolgo parallelamente a quello di musicista: insegnante. Anche quella è un'esperienza positiva, di reciproco scambio di idee e esperienze con gli studenti.
Considerato il momento in cui viviamo, qual è la tua maniera di insegnare loro ad essere dei... "buoni americani"?
Stai scherzando? Io insegno all'università e quindi, per fortuna, mi trovo di fronte dei ragazzi già relativamente colti e con una propria visione della vita. Sono già degli adulti, in fondo, e non voglio assolutamente indirizzarli verso questa o quella direzione. Non voglio neppure sfiorare questo tasto, è una questione di principio.
Come vivi il tuo essere cittadino americano?
Non diversamente, penso, da come tu vivi il fatto di essere cittadino italiano. Come dare una risposta semplice a una domanda simile?
C'è un'infinità di aspetti diversi della stessa faccenda. Io credo nel concetto di "villaggio globale", credo nella possibilità di abbattere le barriere mentali che separano persone di origini e culture differenti. Il concetto stesso di "America" è difficile da definire, è un paese così vasto... Ci sono tante cose che non vanno qui, ma detto ciò bisogna subito dopo rilevare che gli ideali sui quali questa nazione è stat fondata erano e restano validi. E le conseguenze della mancata, o perlomeno parziale, fedeltà a quelle idee sono sotto gli occhi di tutti.
Che messaggio offre Against The Grain?
Un messaggio che è più profondo di quanto non sembri... Non solo l'invito ad andare "contro corrente", ma anche a cercare di avere una personalità che sia tua e tua soltanto.
Passiamo alla musica... Siete stati definiti "i Ramones dell'hardcore". Cosa ne pensi?
I Ramones ci hanno influenzato ma i Bad Religion sono tutta un'altra cosa: riff più intricati e testi meno semplicistici. Con questo non voglio dire né che siamo meglio né che siamo peggio. Semplicemente, siamo un'altra cosa.
Qual è la risposta, anche numerica, del pubblico ai vostri concerti?
A Los Angeles ci siamo esibiti, di recente, di fronte ad almeno quattromila persone, a New York ne abbiamo totalizzato un buon migliaio e così pure in altre grandi città, ma va detto che qui tutto cambia, in termini di popolarità, da uno stato all'altro. In Europa non capita invece che siamo famosi in un paese e degli sconosciuti nella nazione confinante. Siamo mediamente abbastanza popolari. Ad ogni modo, se c'è un posto dove siamo seguiti particolarmente è la Germania.
Che genere di musica ascolti di solito, Greg?
Non punk. Il punk lo sento dal vivo, i gruppi emergenti li scopro quando suonano di spalla a noi. Apprezzo i Fugazi, i Nofx... Ma devo dire che in generale suono molta più musica di quanta non ne ascolti, folk soprattutto, ocn chitarra e banjo.
E via, in scena! La chiacchierata con Greg si esaurisce pochi istanti prima dell'inizio del concerto, che dura un'ora abbondante e scatena l'entusiasmo di un pubblico mediamente parecchio più giovane di chi sta sul palco. I Bad Religion dal vivo hanno un bel suono, compatto, energico, privo di sbavature. finita l'esibizione, andiamo a scambiare due parole anche con Mr. Brett, chitarrista e co-autore, con Greg, del materiale targato Bad Religion. Il camerino è affollato, ingombro di lattine di birra e avanzi di pizza.
Che effetto vi fa avere un pubblico così giovane?
Strano. D'altronde... non so, non riesco a capire perché i "più vecchi" non ci siano. La musica che facciamo è buona e neppure così particolarmente dura.
È cambiato il tuo modo di rapportarti con l'esperienza del ocncerto rispetto a due lustri orsono?
Oh sì. È tutto talmente diverso... E sai perché? Perché nei primi tempi ero talmente emozionato che a stento riuscivo a non farmi sfuggire di mano il plettro!
Dove ebbe luogo, e in quali cirostanze, la vostra prima esibizione in pubblico?
Suonammo ad una festa nell'Orange County, insieme ai Social Distortion. La mia paura del palco ha impiegato anni a dissolversi. È svanita man mano che si diventava sempre più famosi. Quando sai che la gente ti apprezza, non hai più motivi per sentirti nervoso o imbarazzato.
Fra i vostri LP, ne preferisci qualcuno in particolare?
Against The Grain è senza dubbio il migliore, ma nel complesso tutti mi soddisfano. Certo, quando cominciammo ero un ragazzino, oggi ho ventotto anni e la penso in modo diverso su tante cose, ma anche i lavori più vecchi mi piacciono ancora. Noi cerchiamo di fare sì, fondamentalmente, che la nostra musica offra dei messaggi a chi vuole recepirli, che non sia solamente un prodotto "usa e getta", che anzi possa essere per altri una fonte di ispirazione. Ritengo che se la musica da sola non può davvero cambiare il mondo, possa però essere uno stimolo a muoversi in tal senso. E questo è bellissimo ed è ciò che mi induce a suonare.
Tutti avranno capito, a questo punto, che date molta importanza ai testi: mi puoi parlare di quello di "21st Century (Digital Boy)"?
Il ventunesimo secolo è vicino, mancano meno di dieci anni, ed io ho un bimbo che lo vivrà. Il brano parla del fatto che qui negli Stati Uniti i bambini non ricevono una vera educauzione, non hanno gli strumenti per affrontare la vita come ebbe invece, a suo tempo, la generazione di mio nonno e come ha avuto, per certi versi, la nostra. Ti parlo dei libri e della cultura orale tradizionale, che sono stati purtroppo sostituiti dalla televisione, dai videogiochi, dal computer. Il bambino protagonista della canzone sta male e non sa perché; sente che qualcosa non funziona, è incazzato col mondo degli adulti, con la società, ma allo stesso tempo non sa come esprimere questo disagio. Perché non è stato educato alla vita.
Anche in questo l'Europa si va facendo sempre più simil all'America...
È per colpa della televisione, credo.
Assodato questo, però, bisogna poi annotare che la Guerra del Golfo sta provocando reazioni forti e numerose.
Ciò che il nostro governo decide e fa non rappresenta quello che davvero pensano i cittadini di questo paese. Io sono americano, eppure sono totalmente contrario a questa guerra. So che quando saremo in tour in Europa ci sarà gente che ci insulterà per quanto sta accadendo nel Golfo Persico, ma il singolo individuo non può fare granché per cambiare questo stato di cose. Per quanto ci riguarda, abbiamo fatto la nostra piccola parte figurando con due brani su un 7" di protesta prodotto da Maximum Rock'n'Roll, i cui proventi andranno a organizzazioini antimilitariste.
Pre concludere: cosa pensi di quelle band che sopravvivono a se stesse senza rendersi conto che sarebbe tempo di appendere gli strumenti al chiodo?
Come Mohamed Ali, che avrebbe dovuto lasciare da campione e invece... Afferro il senso della tua domanda e mi auguro che noi si capisca in tempo, quando quel momento arriverà, che è giunta l'ora di ritirarsi. Ma sono convinto che quel giorno sia lontano.
Il futuro immediato dei Bad Religion, dunque, è...
Almeno un tour ancora, ed un nuovo disco, poi si vedrà...