Il lato vero del punk. Quando senso di responsabilità, coerenza e rispetto di se stessi - e del proprio pubblico - la fanno da padroni!
Dove si svolgono di solito le interviste? Beh, hotel lussuossimi, tra pasticcini e beveraggi, spaparanzati in poltrone da urlo. O camerini sgangherati, facendo attenzione a non farsi travolgere da tecnici e staff che frullano come biglie da tutte le parti. O compassate salette delle case discografiche. Ma anche...autobus. No, non stiamo scherzando. Per spremere a fono i Bad Religion, il luogo prescelto è stato il loro tour bus. Un enorme scarafaggione nero, piazzato nel parcheggio destinato ale band del Filthy Lucre Tour, ovvero una landa spelacchiata e abbrustolita dal sole. E per fortuna che c'era il bus. Perchè fare un'intervista nel backstage, mentre intanto gli Slayer fanno il loro soundcheck, 'e come chiedere un prestito a Paperon De' Paperoni: pia illusione. Il registratore avrebbe captato solamente chitarre tonanti...
Dunque, per fortuna c'è il bus. Con tanto di aria condizionata, cosicchè, nonostante la temperatura sahariana, non siamo costretti a fare l'intervista in costume da bagno...
I Sex Pistols hanno battezzato questo tour, a cui voi prendete parte, 'Filthy Lucre Tour'. Insomma, un tour per il vile denaro. Come vi sentite voi, a prendervi parte?
"Beh, per noi principalmente è un festival e niente di più, senza aggettivi. Certo, in assoluto noi preferiamo esibirci in uno show tutto nostro. E in questo, non siamo neanche gli headliner...Ma, a volte, non devi guardare a queste cose."
Che mi dite a proposito dello slogan 'stay indie'? Mi sembrano un pò le ultime parole famose, dal momento che voi siete passati da tempo a una major...
"Quando abbiamo ainiziato, registrare per una indie non era una scelta: era una necessità. Perlomeno da noi, negli Stati Uniti, il mercato è strutturato in modo tale che non hai, iniziando la tua carriera, facoltà di scelta. Le major allora non erano affatto interessate a scoprire e far incidere nuove band. Noi abbiam dovuto fare tutto da soli."
E adesso pensate di essere un buon affare per una major?
"No!"
Questa è bella. E perché no?
"Perchè noi siamo in successo in Germania, e dappertutto nel mondo tranne che negli Stati Uniti. O perlomeno, negli States piacciamo solo nelle grandi città. A New York, a Los Angeles. Nel resto del paese, siamo un pessimo affare. Non è che la major con noi perda soldi, in America, però non ne guadagna. Perchè quelle che vanno forte, negli Stati Uniti, sono band come Hootie And The Blowfisch. Ma va bene così, non nonsiamo una band 'di cassetta', siamo una band 'di rispetto'."
Così, registrare per una major non vuol dire essere automaticamente delle rock star!
"Infatti. Ci sono tanti gruppi sconosciuti che incidono per le major. Esistono almeno diecimila band sotto contratto per le major di cui nessuno ha mai sentito parlare."
Nel vostro ultim album la traccia "10 in 2010" parla del futuro prossimo venturo. Tema che avevate già affrontato in "XXI century Digital Boy". Cos'è, avete grosse paure sul futuro che ci aspetta?
"Devi essere sempre ottimista, armarti di ottimismo. E il XXI secolo è il futuro che sta diventando reale, concreto, ci coinvolgerà tutti quanti."
Restiamo al concreto, allora. L'artwork del vostro album, con tutti i visi di varie razze, mi ridorda molto la pubblicità United Colors di Benetton...
"Unites colors è lo slogan, in un certo senso, che avevamo pensato per l'album. E la campagna promozionale Benetton ha avuto un enorme successo in tutto il mondo. Così, cosa c'è di male a ricordarla, a farsene un pò ispirare? Anche Michael Schuhmacher, per esempio, veicola pubblicità, ma nessuno grida allo scandalo. Noi, poi, non abbiamo nessun legame con la ditta Benetton. A proposito, è italiana, vero? Prima pensavamo che fosse inglese..."
Sì, è italiana...
"Ma ormai penso che sia una multinazionale, come Mc Donald's..."
Tra poco vi esibirete. Come vi è sembrato il pubblico?
"A quanto abbiamo potuto vedere prima, sembra un gran raduno di metallari. C'è una grande attesa, come se si aspettasse la seconda venuta di Gesù Cristo sulla terra..."
Vi va di fare un gioco, per ingannare l'attesa? Per esempio, io faccio il nome di una band, e voi dite cosa vi fa venire in mente....Se dico NoFX, cosa dite?
"Siamo ottimi amici. Bravi ragazzi, sul serio."
Offspring?
"La loro musica...l'ho già sentita in passato..."
Green Day?
"Sono due band!"
Perché?
"Perchè da una parte si pendono tutti i complimenti possibili, come se fossero delle nuove promesse, e dall'altra parte oscurano e rubano il successo a tutte le altre band. Un pò come è successo ai Nirvana di "Nevermind", per esempio. Da sconosciuti che erano, sono diventati l'unica band che sembrava esistere al mondo. La più importante. Ma il problema non sta tanto nella band: sta nelle reazioni che questa scatena nella gente."
Ma i Green Day sono davvero ancora tanto apprezzati in America?
"Mmhh...Dici il seguito che hanno...Il punto è questo: avere una vita artistica, come band, e avere successo, sono due cose diverse. E il successo dipende da cosa vogliono le masse, da cosa pensano che sia la musica. Idea che cambia direi quasi ogni mese: basta che un certo numero di persone si alzino la mattina e dicano: beh, oggi non mi piacciono più i Green Day, mi piace...mettici pure un nome a caso. Insomma, una cosa nuova. Per band come i Green Day, non è detto che il loro successo duri quattordici mesi. Può durare a lungo, o finire per sempre. O loro possono continuare ad avere una vita artistica, al di là del successo. Questo però dipende se si concentreranno sulla musica che fanno. Non se quarderanno solo al futuro in termini di successo, e col successo come obiettivo. Il fatto è questo: puoi fare musica solo per fare soldi, e succede che così davvero li fai. Ma dovresti fare musica perchè ti piace farla. Non guardarti allo specchio e dirti: bene, saremo i nuovi Beatles, e guadagneremo tanto quanto loro. Capisci?"
L'ultima band: Rancid...
"Alcune canzoni sono belle. 'Rock The Casbah', per esempio. Ma perchè in origine era dei Clash. I Clash sono fantastici...Ma noi amiamo tutte le band!"
Nel vostro disco parlate di vari problemi che riguardano la società di oggi. Con un punto di vista piuttosto originale rispetto le band che vanno per la maggiore. Eppure, il primo singolo è stato "It's Just A PUnk-rock Song". Insomma, allora la musica è davvero tutta vuota, inutile, incapace di cambiare la mentalità della gente? E allora perchè parlare di problemi sociali, come fate voi, se tanto si tratta solo di canzonette?
"La musica...Per noi è il miglior termometro dell'attualità. E' lo specchio in cui la società si riflette, lo specchio più efficace. E' un riflesso di quello che si sta verificando nel mondo. Ma non può cambiare il mondo. Tutto qui."
Sì, ma neanche far pensare la gente, aprirgli la mente? Neanche questo?
"Sì, far pensare la gente. Questo può essere un buon risultato, e può essere di grande aiuto. Far fermare chi ascolta su determinate idee, spingerlo a pensare. Ma ricorda sempre: mostrare con una canzone il tuo punto di vista non potrà mai cambiare la società! E poi noi non abbiamo un unico punto di vista, da imporre alla gente. Piuttosto, raccontiamo loro cosa vediamo, cosa sentiamo. Mostriamo loro alcune informazioni. A volte, sappiamo cosa sentiamo, cosa vogliamo dire, ma non riusciamo a esprimerlo con una canzone. E può darsi che invece, scoltando una canzone, non importa di quale band, la stessa cosa sia espressa chiaramente, le cose diventano improvvisamente evidenti. Certo, non capita ogni volta, non hai la risposta già così chiara in ogni occasione, anche se ci piacerebbe fosse sempre così. E ci sforziamo in questo senso."
Vi piace essere considerati una rock band impegnata politicamente?
"No! E poi vogliamo che il nostro pubblico faccia un uso...individuale, personale, delle nostre canzoni, insomma che non si crei un 'partito dei Bad Religion'. Non ci piace che la gente faccia questo o quello dicendo: dobbiamo imitare il comportamento dei Bad Religion."
E la situazione politica statunitense come vi sembra?
"La politica riguarda la vita di tutti, così non è che si possa dire: io non mi interesso di politica. Però, in America, cambiano solo i nomi, la realtà resta invariata. Cambiano i giocatori, ma il gioco rimane il medesimo. Quando entri in politica, ti illudi di poter cambiare le cose. E non ci riuscirai mai. Fai un esempio in piccolo: un tuo vicino di casa che viene eletto, con i voti del vicinato. E tutti i vicini, dopo, vorranno dei favori da lui. Ma lui non può accontentare tutti. Perchè i desideri di uno non coincidono con quelli dell'altro. In politica è lo stesso."
Torniamo alla musica. Avete un nzovo chitarrista, e avete registrato live gran parte dell'album. Cosa mi dite di questi cambiamenti?
"Che sono connessi. Il nuovo chitarrista ha portato nuova energia alla and, così abbiamo pensato che fosse conseguente fare sentire questa energia ocn registrazioni live. Cosa che ci è piaciuta molto, l'abbiamo trovata davvero eccitante!"
Ma non siete stanchi? Appena ultimato l'album, siete partiti per un tour massiccio...
"Certo che siam ostanchi. Stiamo svegli per miracolo, oggi. Ma è il nostro lavoro. A volte ti esibisci in tour come questo, con tante band diverse, e cerchi di immaginare come sarà il pubblico...Migliaia di persone con gusti differenti...In effetti, noi preferiamo i concerti non faraonici, e quelli in cui siamo headliner."
Dai concerti al potere della televisione. Quanto influisce un clip ben fatto sul successo di una band? E soprattutto, non vi pare che questo porti il pubblico a conoscere e amare solo una serie di singoli, invece che un intero album?
"Beh, ci sono ancora persone che comprano gli album. Certo, molti vogliono soprattutto una canzone, quella canzone che è il singolo visto in tv. Per fortuna, il nostro pubblico non è solo quello televisivo, anzi. Siamo molto seguiti dagli ascoltatori delle radio, e questo ci permette di non essere troppo legati alle programmazioni dei canali musicali televisivi."
E come immaginate questi vostri fan?
"Beh, pensiamo che ci siano parecchi ragazzi. Comunque, il nostro pubblico non è cambiato molto nel corso del tempo. Oggi poi il punk rock è stato accettato anche dal grosso pubblico, le persone vengono a sentire più band, come accade oggi, in cui si esibiscono anche gli Slayer, e non hanno tanti preconcetti verso band differenti."
C'è qualcosa che una band può imparare dai suoi fan?
"Certo, quali canzoni sono le loro preferite! No, il fatto è che spezzare il confine tra band e pubblico può essere pericoloso. Noi possiamo avere delle idee su cosa prova il nostro pubblico, aoprattutto pensando alla nostra sensibilità quando eravamo teenager. Ma lo show deve restare lo show. Poi, non puoi pensare che i fan ti possano indicare le direzioni future da prendere con la tua musica. Oggi, nel 1996, non sappiamo come sarà il '97. E, negli anni 70, non si immaginavano la musica attuale. Così, è inutile pensare di imparare qualcosa su ciò che accadrà domani."
Rita Ferrauto
(Foto: Roberto Villani)